Diabete: qual’è il significato energetico? L’amore percepito come pericoloso per la propria libertà personale.
Le basi: gli effetti delle regole sociali
Le patologie che “colpiscono” le parti del corpo rappresentative del Terzo Chakra (fegato, pancreas, stomaco, intestino tenue, cistifellea, milza, occhi, pelle, muscoli) indicano una tensione della persona negli aspetti della libertà di essere se stessa oppure dell’agire il proprio potere o controllo.
Per libertà s’intende la capacità della persona di mostrarsi agli altri per ciò che è, senza necessità di nascondersi o di indossare una maschera allo scopo di piacere e, di conseguenza, sentirsi accettata e amata, oppure per manipolare.
La capacità di agire il proprio potere o controllo, invece, indica il potere “di” essere se stessi e non l’esercitare il potere “su” gli altri.
Nel mondo esistono regole, tabù, credenze, divieti, principi morali e, fin da piccoli, ci viene detto cosa è socialmente consono fare e dire per non uscire dagli schemi, per essere considerati normali, per non essere giudicati e criticati, con la promessa che recitando quel copione saremo accettati e, di conseguenza, amati.
A questo punto però è bene sapere che in questa recita sul palcoscenico della vita, dove i limiti della nostra esistenza sono principalmente le regole sociali e culturali con tutte le richieste e pretese che ne derivano, i rischi per noi consistono e nell’identificarci in ciò che abbiamo imparato e non più in ciò che siamo.
Questi meccanismi ci conducono a decidere che essere noi stessi non è consono e così scegliamo di abdicare alla libertà di mostrarci per ciò che siamo, adeguandoci ad un modo di essere precostituito, nella quale non viene preso in considerazione chi siamo veramente e quali sono i nostri desideri.
Quando ci costringiamo a fingere di essere qualcosa di diverso nasce il conflitto interiore.
Nascondiamo i nostri sentimenti, le emozioni e i desideri e, per vincere l’oscar, iniziamo ad esercitare l’ipercontrollo, il quale è un Cerbero a tre teste che soffoca i moti dell’anima (ciò che veramente siamo) e che imbriglia i nostri aspetti creativi. Abbiamo così creato una realtà piuttosto infelice manipolando noi stessi.
Cosa accade nel nostro corpo quando si ha il diabete
Esistono varie forme di diabete, secondo la classificazione della medicina allopatica, che spaziano dal diabete di tipo 1 al 2, al diabete secondario e a quello che si presenta in gravidanza.
La malattia interessa il pancreas, il quale non ha la capacità, ridotta o totale, di metabolizzare lo zucchero.
Il pancreas è la ghiandola endocrina collegata al Terzo Chakra e svolge principalmente due funzioni nell’area della digestione: la parte esocrina produce succhi gastrici essenziali, i quali hanno carattere aggressivo, mentre la parte endocrina produce l’insulina.
La mancanza o una sottoproduzione d’insulina non solo produce un’elevata quantità di zucchero – glucosio (iperglicemia) nel sangue, ma anche una non assimilazione degli zuccheri contenuti nel cibo, per cui il glucosio attraversa le cellule del corpo della persona e finisce nell’urina.
È compito dell’insulina, che viene immessa per via esterna, ricondurre la presenza di zucchero a livelli normali e consentirgli di entrare nelle cellule per essere utilizzato correttamente e, quindi, nutrirle.
La parola diabete deriva dal greco diabeinein che significa passare attraverso: in origine infatti la malattia si chiamava “caduta degli zuccheri”.
Diabete: cosa accade nella nostra coscienza?
Lo zucchero rappresenta simbolicamente la dolcezza e, quindi, l’amore, elemento nutritivo fondamentale per ogni tessuto ed organo.
La caduta degli zuccheri significa, in senso traslato, una “caduta dell’amore”, per cui si comprende l’importanza e la gravità di una situazione simile.
Partendo dal principio che è il soggetto che crea il sintomo attraverso le percezioni del mondo circostante, possiamo asserire che il suo obiettivo è tenere lontano la dolcezza: quando qualcuno gli si avvicina con troppo amore, egli l’avverte come una minaccia alla libertà di essere se stesso, in pratica si sente manipolato.
Nasce un’ emozione che gli permette di mantenere la distanza di sicurezza per non sentirsi invaso: la rabbia.
Dato che non è “accettabile” rispondere all’amore con la rabbia, il paziente la reprime aggiungendo tensione dentro di sé.
La persona affetta da diabete è, quindi, un soggetto che ha a disposizione una grande quantità d’amore (zucchero) che non accetta perché ritiene che, entrando in una relazione profonda con un’altra persona, perderebbe il proprio potere, la propria identità e conserva l’idea che le decisioni prese nell’ambito di un rapporto affettivo rappresentino delle rinunce piuttosto che delle libere scelte.
Per relazione affettiva non s’intende solo quella che il soggetto instaura con un partner ma anche quelle relazioni che intrattiene con tutte le persone che sono vicine al suo cuore: genitori, fratelli, sorelle, nonni e via discorrendo.
Conclusioni sul diabete
Per ovviare a questo blocco, chi soffre di diabete deve sentirsi libero di esprimersi e mostrarsi come se stesso pur essendo in una relazione affettiva e smettere di percepire l’amore sia come una potenziale minaccia che come un limite alla sua libertà o potere.
Al contrario, sarebbe più consono percepire che le decisioni assunte nell’ambito di un rapporto sono libere scelte piuttosto che sacrifici e rinunce ai propri bisogni o necessità.
Mostrarsi per ciò che si è, è innanzitutto un atto d’amore nei confronti di se stessi e, poi, nei confronti delle persone che sono vicine al nostro cuore.
Non ho mai usato il termine diabetico perché il paziente non deve identificarsi nel sintomo ma avere la consapevolezza che sta attraversando un momento di malattia.
Di quante ore, mesi e anni è composto questo momento, dipende esclusivamente dalla capacità che la persona possiede di credere che come ha creato il sintomo può disfarsene, rendendosi conto del perché è nata la malattia e cambiando la modalità di percepire l’amore e la libertà di essere se stesso.
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Ciao Micaela, grazie per la tua osservazione. In estrema sintesi (qui non posso dilungarmi) la balbuzie è un sintomo legato alla sfera della comunicazione (5°Chakra) laddove la persona si sta impedendo di esprimere la sua verità profonda, in particolare i suoi obiettivi, ciò che desidera realmente. Come ho detto, questo in estrema sintesi. Bisognerebbe approfondire con la persona che manifesta il sintomo.
Buon giorno,
Condivido molto ciò che sto leggendo, ma ad oggi non ho trovato una risposta soddisfacente da cosa ha il significato energetico della balbuzie, e come risolverla al di fuori di noiosissime lezioni cantilenanti che sono servite assolutamente a nulla.
Grazie per eventuale risposta