Le caratteristiche di base dell’apprendimento secondo natura.
In questo primo articolo sulla memoria, voglio parlarvi delle basi e dei principi su cui si basa l’apprendimento.
Abbiamo una memoria eccezionale ma nessuno ce l’ha mai detto e, tantomeno, insegnato.
Vi siete mai chiesti perché è così faticoso lo studio? Leggi-ripeti – leggi-ripeti, sottolinea, fai riassunti…
Il nostro attuale sistema scolastico infatti non insegna un vero metodo di studio, tantomeno basato sulle innate capacità di apprendimento dell’essere umano.
Al contrario, trasmette da generazioni un lento, noioso e frustrante modo di fare che, purtroppo, de-naturalizza totalmente lo studente, causando lentezza e difficoltà anche in età adulta. Senza contare le implicazioni emozionali (autostima, fiducia in se stessi).
È possibile, quindi, avere una buona memoria? Certamente, se si sa come sfruttarla e come funziona veramente.
Iniziamo
“Com’era quella cosa? Ah..non mi ricordo accidenti!”
Quante volte ci è capitato di vivere una scena del genere? Non mi ricordo…! 🙂
Scherzi a parte, direi così tante che non ne teniamo il conto. Parto da un assunto: è normale non ricordare tutto, anzi, è un bene.
Fortunatamente, tra le varie caratteristiche e qualità la nostra memoria è anche selettiva, ossia siamo spontaneamente portati a ricordare ciò che reputiamo davvero importante, che ci interessa e/o che emozionalmente ci colpisce.
Provate a ricordare cosa avete mangiato 4 giorni fa… Qualcuno dirà “ma anche ieri”… Non ricordiamo o, per meglio dire, non ci interessa affatto ricordare cosa abbiamo mangiato giorno per giorno.
Di fatto, selezioniamo informazioni continuamente e, per questo tipo di informazioni, usiamo la memoria a breve termine.
Parlando di memoria è bene innanzitutto sapere quali sono le sue caratteristiche principali:
– visiva (ben l’83%),
– associativa
– uditiva
Se a questo aggiungiamo che è perfetta in fase di “deposito” delle informazioni, il quadro inizia ad essere più facile da comprendere.
Facciamo degli esempi partendo dall’ultima caratteristica, per poi meglio comprendere le precedenti.
Come si può affermare che la nostra memoria sia perfetta?
In effetti, questo aspetto non riguarda la fase di recupero delle informazioni, ossia il ricordo, che è la prima cosa a cui si pensa, ma solo la fase di acquisizione.
Se la paragonassimo ad un contenitore di dimensioni gigantesche, scopriremmo che depositiamo al suo interno qualsiasi informazione.
Quando parliamo di “dimenticatoio”, in realtà si tratta di informazioni che non ricordiamo ma che sono comunque perfettamente depositate da qualche parte al suo interno, compreso tutto ciò che abbiamo letto, fatto, vissuto, detto, sentito…fin da quando siamo venuti al mondo (tenete sempre presente che acquisire un’informazione e ricordarla, specie a lungo termine, sono due cose molto distinte).
È come se, alla nascita, schiacciassimo il pulsante “rec”, registra, e iniziassimo a immagazzinare ogni secondo della nostra vita in questo immenso “hard disk senza fine” che, appunto, è la nostra memoria.
Ne è una prova il fatto che, sotto ipnosi, riusciamo a rievocare qualsiasi cosa (e anche di più) con estrema facilità.
Addirittura, dell’ipnosi, se ne fa uso terapeutico con lo scopo di superare traumi spesso “dimenticati razionalmente” ma sempre presenti a livello emozionale profondo (v.di i libri di Brian Weiss).
Peccato che la mole di informazioni che siamo costretti a imparare/acquisire (scuola, università, mondo del lavoro) sia costantemente in crescita e, l’ipnosi, non è certo il modo più pratico e veloce per ricordare le cose che ci servono.
Allora che possiamo fare?
Memoria prodigiosa
Avanziamo per gradi: mai sentito parlare di Cicerone, Giordano Bruno, Leibnitz o Pico della Mirandola?
Immagino di si, se non tutti almeno di uno o due di questi personaggi famosi del passato saprete qualcosa.
Li ho citati perché sono noti anche per il fatto di aver posseduto una memoria che sembrava prodigiosa. Famosa è la tecnica di memorizzazione chiamata “Loci di Cicerone”, o lo stesso Pico della Mirandola, che si dice avesse memorizzato tutta la Divina Commedia sia in un verso “inizio – fine”, che già di per se è un’impresa, che al contrario!!!
Sa di incredibile.
In realtà questi personaggi non avevano più memoria di quanto non ne possediamo io o voi in questo momento.
Ciò che gli ha permesso di ottenere dei risultati così diversi dalla media è stato l’aver appreso alcuni meccanismi chiave dell’apprendimento.
Già intorno al 600 a.c. i Greci applicavano con successo tali meccanismi, i quali sono stati sempre più affinati e ottimizzati nel corso dei secoli, fino ai giorni nostri.
Vediamo più nel dettaglio.
Appurato che la nostra memoria è perfetta in fase di deposito ma carente in fase di richiamo delle informazioni, sappiamo che è anche visiva (maggior parte) e associativa.
Cosa significa?
Che funziona attraverso le immagini!
Specie se associate tra loro attraverso creatività e fantasia.
Maxwell Maltz, nel suo famoso libro “Psicocibernetica” (bellissimo, ve lo consiglio), ha scritto (e appurato) che “la nostra mente non distingue un’esperienza vividamente immaginata da una realmente vissuta”.
Esempio: Immaginate un elefante. Ora coloratelo di rosa e immaginate che inizi a volare usando le orecchie come ali mentre spara razzi dalla proboscide.
Fatto?
Ecco, per il nostro cervello non c’è distinzione alcuna se queste immagini sono reali o immaginarie, le aree che si attivano nella corteccia celebrale sono le stesse.
Un altro classico esempio è riportato da test della nasa in cui un soggetto seduto, collegato tramite fili e placche ad un apparecchio elettronico in grado di misurare e individuare aree specifiche del cervello, guarda una candela accesa.
Ad un certo punto gli si chiede di chiudere gli occhi e immaginare la stessa candela.
L’immagine che appare nel monitor collegato, grazie a liquidi di contrasto, evidenzia che le aree attive sono le medesime, sia quando guarda la candela realmente che quando la immagina.
Questa scoperta ha cambiato il modo di concepire la nostra capacità mnemonica.
Potremmo dire “se lo immagino posso ricordarlo”.
Il come (specie con informazioni astratte) è un altro pezzo del puzzle ma, intanto, abbiamo delle basi solide da cui partire per capire meglio il nostro potenziale.
Ce l’abbiamo in dotazione dalla nascita ma, purtroppo, spesso non lo sfruttiamo.
Manca ancora qualcosa.
Ricordate che ho citato anche la memoria associativa?
Vediamo in cosa consiste: associamo idee, immagini, suoni, sapori, odori ecc a forti emozioni.
Ad esempio, quante volte vi è capitato, assaggiando un certo cibo e sentendone il sapore, di ritornare con la memoria ad un episodio del passato nel quale è accaduto qualcosa (non importa cosa) di emozionalmente forte?
O una cosa analoga ascoltando una certa melodia?
Questi sono esempi di memoria associativa che, tramite i 5 sensi e le emozioni associate, richiama immagini/ricordi del passato, ma funziona molto anche attraverso la fantasia e la creatività.
Quindi, come funziona la memoria?
Se mettiamo insieme quanto detto fin ora, il quadro è molto più completo, abbiamo una memoria:
– perfetta (in fase di deposito informazioni)
– visiva oltre l’80% (funziona attraverso le immagini)
– associativa (associa le immagini attraverso i 5 sensi o la fantasia)
Semplicemente sfruttando queste caratteristiche innate, quindi usando una metodologia ben diversa dal noioso e odioso “leggi e ripeti”, possiamo ricordare qualsiasi informazione a lungo termine e richiamarla quando ci serve senza sforzo.
Rendiamo, di fatto, positiva anche la fase di ricordo e non più solamente di deposito.
Una volta acquisita l’informazione, per ricordarla, avrò bisogno di saperla trasformare in immagini e imparare come associarla ad altre immagini, stavolta senza dover ricorrere a forti emozioni ovviamente ma usando creatività e fantasia.
Ecco spiegata la memoria prodigiosa di Cicerone e gli altri personaggi famosi del passato che vi ho citato prima.
Madre natura non fa mai nulla per caso, è tutto ben progettato, compreso il funzionamento delle nostre capacità di apprendimento.
Pensate ai bambini, specie nei primi 5-6 anni di età. Imparano 3-4-5 lingue contemporaneamente senza difficoltà o ricordano a memoria le poesie con grande facilità.
Perché? Come fanno i bambini ad essere così efficienti? Sfruttano spontaneamente e naturalmente queste, fatemelo ripetere, innate caratteristiche di base.
(Senza entrare in casi specifici sappiamo che esistono i disturbi dell’apprendimento e non per tutti vale ciò che ho appena detto. Allora faccio una doverosa precisazione: sto parlando del funzionamento della memoria, di regole e caratteristiche naturali, di un meccanismo: se fai X ottieni Y. So perfettamente che esistono problematiche legate all’apprendimento e, siccome non sono tutte uguali (es: problemi di attenzione sono ben diversi da problemi a livello cerebrale) sto facendo un discorso, si preciso – caratteristiche – ma anche generico – funzionamento -).
Infine, ci tengo a evidenziare e precisare che i bambini sono così tanto più efficienti nell’apprendimento rispetto a un adulto anche perché:
1) producono, anzi vivono letteralmente in costante produzione di onde celebrali lente theta (0-2 anni circa), delta (2-5) e, soprattutto Alfa (fino a 12-13),
2) come conseguenza diretta usano prettamente l’emisfero destro, sfruttando in grande quantità il potenziale innato (compresa la memoria a lungo termine),
3) nei primi anni di vita non vanno ancora a scuola (emisfero sinistro),
4) sono molto curiosi e bramosi di imparare, in sostanza sono motivati
5) non concepiscono il fallimento (nessun bambino se sbaglia qualcosa vi guarderà negli occhi e vi dirà “sono un fallito”), spesso vanno avanti finché riescono, come quando imparano a camminare.
Insistono, senza arrendersi, nonostante i primi insuccessi o il fatto che occorra del tempo…
Quando non ancora bombardati da messaggi negativi, purtroppo tipici del processo di crescita (giudizio, paragoni, rimproveri eccessivi, pretese, paura di non essere all’altezza…), credono abbastanza in se stessi da perseverare fino a farcela.
Abbiam bisogno di rispolverare il bambino dentro di noi se vogliamo imparare, da adulti, a ricordare e apprendere con grande facilità e tranquillità.
L’ansia da prestazione, ad esempio, è un grosso freno a mano che limita l’accesso al nostro potenziale.
Nel prossimo articolo sulla memoria spiegherò i punti da 1 a 4 (…il punto 5 è già chiaro), quanto siano fondamentali il rilassamento e le onde Alfa nelle fasi di apprendimento o studio e il ruolo reale delle emozioni in tutto questo.
Intanto grazie di aver letto fin qui e, chi ha piacere, può lasciare un commento più giù.
Raffaele
Per saperne di più:
Corso UpperMind – Learning System
Non potrei dire meglio. Per essere all’altezza bisogna circondarsi di positività che unicamente può migliorare sia memoria che tutta la nostra esistenza… e che oggi purtroppo, manca….