Che cos’è veramente la Felicità?
“La gratitudine è certamente uno dei più preziosi processi alchemici. Se prende possesso di te, allora ogni tipo di nevrosi, psicosi, o qualsiasi altra psicopatologia, svanisce in modo del tutto naturale… Per me, questa, è l’unica preghiera.
Tutte le altre preghiere sono costruite dall’uomo. Questa è la sola preghiera che si manifesta in te come il profumo dai fiori: una preghiera non detta, non espressa in parole ma vissuta. Èd espressa in ogni tua azione, in ogni tuo gesto.
La mente si lamenta in continuazione. Dalla culla alla tomba, è tutto un viaggio di lamentele. Ecco come ci perdiamo la grande opportunità di crescere, di amare, di esistere, di godere delle cose. Ci sarebbe talmente tanto per cui danzare, cantare, amare.
Dobbiamo modificare quest’abitudine di lamentarci. Invece di lamentarvi, imparate l’arte della gratitudine.
Ecco cos’è la meditazione, l’arte della gratitudine. Se vi spostate dalla lamentela alla gratitudine, dall’infelicità alla felicità, tutta la vostra visione della vita cambia, l’intera prospettiva cambia.
Improvvisamente la primavera sboccia nel vostro essere, migliaia di fiori sbocciano nella vostra coscienza e il primo fiore a sbocciare è quello dell’amore.
Chi è contento non è altro che amore. Non è neppure colui che ama, è amore e basta. Ama per l’amore in sé, perché è questo il modo in cui manifesta la propria gratitudine all’esistenza.
Questa è la sua gratitudine, la sua preghiera. Ama il mondo intero e non chiede nulla in cambio. Dà semplicemente perché ha ricevuto così tanto dall’esistenza che pensa di doverne condividere un pò.
Il miracolo sta nel fatto che più condividiamo e più ci torna indietro.
Quando impari il segreto e la matematica del condividere, non puoi essere avaro: continui semplicemente a condividere sempre di più, perché più condividi e più ottieni in cambio.
Condividi la tua beatitudine, condividi il tuo amore, condividi la tua comprensione. Condividi tutto ciò che possiedi, tutte le tue ricchezze interiori. È proprio questo tipo di condivisione che intendo quando dico che l’uomo felice diventa l’amore stesso.
Cambia il tuo stato mentale dall’infelicità alla felicità e osserva il miracolo: l’amore inizia a fluire dentro di te in migliaia di fiumi, in una miriade di dimensioni e di prospettive diverse.
La vita diventa un tale splendore, incomprensibile all’intelletto, insondabile per la mente, un grande mistero, l’estasi suprema”.
“Osho”
Diciamocelo, Osho la sapeva lunga e non parlava mai a caso. Dopotutto ha scritto tantissimi testi sull’evoluzione spirituale dell’essere umano.
Resta il fatto che ho avuto modo di notare come molte persone, dopo aver letto questo testo e, più in generale, parlando di questi concetti, pur restando d’accordo con l’idea di fondo alla fine pronunciano più o meno queste parole:
“si ma come cavolo si passa dall’infelicità alla felicità? Ma che vuol dire? Se sto male sto male. Come lo cambio il mio stato mentale? Mi sta dicendo cosa fare ma non so come farlo”.
Si dice che domandare è lecito e rispondere è cortesia. Ci provo con piacere, senza presunzione alcuna di riuscire nell’intento sia chiaro ma forse… vediamo un po’…
Premesso che non esistono formule magiche è bene sapere che d’altra parte esistono diverse soluzioni, metodi e tecniche per imparare come cambiare il proprio stato mentale al fine di passare dall’infelicità alla felicità.
La cosa che stranisce spesso è che è più semplice di quel che si crede nell’immaginario comune. Io qui parlerò solo di ciò che ho imparato e di cui ho fatto esperienza, quindi non del metodo migliore o più figo del mondo ma di un qualcosa di cui ho fatto esperienza.
Vediamo quindi di partire con qualcosa di semplice: che cos’è la felicità? (ahah… semplice no?)
Perché credo che se non stabiliamo un punto di partenza, il rischio è di rimanere ancorati su concetti veri e validi quanto vogliamo ma inutilmente astratti e che alla fine non riusciamo a concretizzare.
In questo senso le domande aiutano, a mio avviso, a fare chiarezza. Eccone 2 che possono fare al caso nostro:
– Che cosa c’è che non funziona nella mia vita? (che non mi fare stare bene)
– Che cos’è la felicità?
Le ho messe volutamente in quest’ordine. La prima domanda secondo me è estremamente utile e funzionale. Perché? Ovvio no? Da modo di mettere nero su bianco ciò che sto vivendo, come sto vivendo, quali sono le mie percezioni sulla mia vita. In sostanza, come ho detto prima, aiuta a fare chiarezza.
In realtà sappiamo in fondo che cosa non funziona nella nostra vita, lo sappiamo benissimo. Ci piace far finta di non saperlo a volte (molte volte..) ma questa domanda se ne frega e ci aiuta ad andare dritti al nocciolo della questione, per quanto possa essere dolorosa in certi casi.
Avete presente il mettere nero su bianco? Ecco, quella roba li. È il classico esempio della nave che ha bisogno di una rotta precisa prima di salpare. Fare chiarezza aiuta anche a sentirsi più sicuri: so da dove cominciare, a dispetto del gettonatissimo caso “non so nemmeno da dove iniziare”.
Adesso lo sai. Niente scuse. Fai il tuo elenco senza giudicare, limitandoti a scrivere ciò che sai che ancora non funziona nella tua vita, tralasciando i concetti di giusto/sbagliato o bene/male, solo osservando le dinamiche, come farebbe un atleta intelligente che si sta preparando a una certa performance.
L’atleta sa dove vuole arrivare (la felicità nel nostro caso), sa da dove sta partendo (la sua condizione fisica e preparazione tecnica attuali → le nostre dinamiche da risolvere) e si rende conto dei punti “deboli”, diciamo così.
Capite il punto? Lui non sta li a giudicarsi per ciò che ancora non riesce a fare nella sua performance ma lavora in funzione di un miglioramento.
Ve la devo dire spiccia? Non sta li a darsi del pirla perché non fa ancora i 200 metri in meno di 22 secondi o non inanella 5 canestri su 5 ecc… Non perde proprio tempo a giudicarsi. Incrementa la sua autostima attraverso i piccoli progressi e così crede sempre più in se stesso.
Non misura il suo valore, ciò che è in funzione di ciò che riesce o non riesce a fare. Da il meglio di se sapendo che se “sbaglia” impara, quindi riesce a essere sempre in una frequenza positiva.
Stiamo parlando di felicità. Lo scopo qui non è arrivare primi.
Quella è una preoccupazione che deriva e può derivare solo dall’ego, mica dal cuore. La differenza è come il giorno e la notte.
Vi faccio una sintesi:
– Il Cuore ci spinge a fare solo ciò che ci rende felici
– L’ego: ci spinge ad agire al fine di creare consenso nei confronti del mondo esterno per attirare amore e attenzione.
Chiarito ciò possiamo proseguire con la seconda domanda: che cos’è la felicità?
A parte il fatto che mi piacerebbe molto avere una risposta definitiva, condivido con voi qualcosa che ho imparato al riguardo attraverso vari percorsi.
“Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi “felice”. Mi dissero che non avevo capito il compito e io dissi loro che non avevano capito la vita”.
“Jhon Lennon”
Direi che è molto eloquente. Sarà che forse la felicità è lo scopo ultimo della nostra vita? Non è mica detto che riusciremo a realizzarla ma questo non cambia la cosa.
Il mio amico e mentore Franco Bianchi dice spesso nei suoi seminari che la felicità è: “fare sempre più ciò che mi va di fare e che mi piace e sempre meno ciò che non mi piace”.
Booom! Che mazzata. Quando l’ho sentito per la prima volta anni fa durante un suo corso l’effetto fu proprio quello di un qualcosa che esplodeva tra bocca dello stomaco e ombelico. Aveva centrato il bersaglio.
Quante volte diciamo la parola(ccia) “vorrei”?
Se ci riflettiamo sopra possiamo accorgerci di quanto spesso barattiamo la nostra libertà di scelta, ciò che sentiamo vero per noi, per adattarci ad una realtà che non ci appartiene, non è in risonanza con ciò che siamo ma ci dà l’illusione della sicurezza.
Il discorso che vi facevo sopra sull’ego.
Esempio: mi vesto in un certo modo per sentirmi accettato dal gruppo ma in realtà non è il mio stile; studio medicina o legge perché così il parentado è fiero di me, mi guadagno un certo prestigio sociale, una reputazione (concetto ampio) ecc.
Di per sé queste cose vanno benissimo, a patto che nascano dentro di noi! È la motivazione di fondo che fa la differenza.
La felicità di base è sempre una scelta. Scelgo di essere ciò che sono rischiando di non piacere a un tot di persone vicine a me e mi adeguo e mi conformizzo in modo da (grande paura) non restare solo, isolato, non accettato e quindi non amato.
Amore/Paura. Eccoli qui i 2 aghi della bilancia. Amore e felicità vanno di pari passo. La seconda segue il primo.
Allora cosa posso fare per essere felice?
Ancora una volta usiamo il potere delle domande: cos’è necessario che tu inizi a fare o che smetti di fare per nella tua vita per sentirti meglio? Cosa che riporta al concetto espresso da Franco.
Mi viene un altro esempio che riguarda le relazioni: quante volte all’interno di una relazione il rapporto si logora in quanto uno dei due non fa una certa cosa perché il partner altrimenti… (proseguite voi).
Le tipiche relazioni di possesso, avete presente? Quelle che iniziano tutta passione e proseguono con la formula “Se mi amassi davvero faresti, diresti, andresti eccetera eccetereresti…
E via a barattare il nostro senso di libertà (e tutto ciò che implica, quindi anche il sentirmi libero di mostrarmi per ciò che sono) per un amore fittizio che esiste solo a condizione che io faccia o meno una certa cosa o comportamento.
Possesso? No grazie, la felicità sta dalla parte opposta. Vicinissimo all’amore incondizionato.
“Che cos’è” dirà qualcuno. Quante domande… ☺ Senza divagare e anche qui in sintesi: amore senza condizioni, il “ti amo anche se la pensi diversamente da me; ti amo per quello che sei non per quello che fai”.
Quando smettiamo di vivere in funzione della ricerca dell’amore e dell’attenzione o approvazione altrui ribaltiamo le cose molto in profondità perché, spontaneamente, iniziamo a vivere invece in funzione di ciò che ci rende felici e ci fa stare bene, al di là delle difficoltà che possiamo avere nel dato momento.
È una cosa che ho imparato sulla mia pelle grazie ad un percorso che si chiama Light Project.
L’idea è di essere tutt’altro che invincibili o immuni al dolore, alla tristezza e alle difficoltà. Accettare di non essere infallibili e di avere paura o di stare male non ci rende più deboli, quelle sono solo seghe mentali. Ego.
Quando mi rendo conto che ho paura, una grande paura di fallire, di non essere all’altezza o di non farcela e mi permetto di sentirla piuttosto che fuggirla o negarla, anche se fa male, mi sto dando una grossa, grossissima chance di superare un enorme scoglio nella mia vita.
Ancora una volta vado fuori e al di là del giudizio (spesso siamo i primi detrattori di noi stessi) verso me stesso e sperimento quell’amore incondizionato di cui abbiam detto poco fa: mi sto amando per ciò che sono e non per ciò che riesco o non riesco a fare/dimostrare.
La paura ci frega. Anzi, ci frega propio alla grande. Ma… e ce un MA, solo se lo permettiamo! È una parte di noi che ci mostra qualcosa di importante. Rendiamocene conto e cambiamo marcia.
In definitiva allora, che cos’è la felicità? Riassumendo direi che è andare sempre più in direzione dei propri desideri e obiettivi, quelli felici che nascono dal cuore (non roba tipo “voglio diventare il venditore n°1 dell’azienda così tutti mi noteranno, loderanno, osanneranno….” devo continuare?) aldilà di qualsiasi giudizio (altrui, quindi anche e soprattutto del nostro).
È star bene senza condizioni, senza che debba accadere qualcosa di specifico. Esempio: siccome ho la casa, la macchina, il lavoro, la famiglia ecc sono felice; in realtà è l’esatto opposto: siccome sto bene e sono felice, realizzo i miei sogni nonostante le difficoltà del cammino.
Non so se questa è una “corretta” definizione di felicità. Quel che so per mia esperienza è che funziona.
Poi possiamo acquisire strumenti eccellenti per addestrare la mente a mettersi al servizio del cuore invece di produrre seghe mentali come se non ci fosse un domani.
Possiamo leggere tanti libri di self-help, fare corsi e seminari specifici, lavori individuali e quant’altro.
Tutta ottima roba. Grazie…è il mio lavoro… ci mancherebbe che dicessi il contrario.
No no fermi, perché questo è un punto importante: il concetto che voglio davvero trasmettere è che qualsiasi cosa facciamo tra gli esempi che ho appena riportato, è e sarà sempre e solo un qualcosa in più che ci può aiutare nel percorso ma mai la chiave!
Quella è dentro. È quando suona la campana, quando sentiamo un’illuminazione. Quando ci rendiamo conto che tutto ha sempre inizio dentro di noi.
Se ci pensate, tante volte, non abbiamo avuto bisogno di niente e di nessuno per incasinarci la vita. Non è detto che per riportare pace ed equilibrio dobbiamo fare chissà quale esperienza mistica e kunfuica.
Conclusioni.
Personalmente certe esperienze, percorsi e tecniche da me apprese che vanno dal rilassamento psicofisico alla “pulizia” dei Chakra, mi sono state di enorme aiuto, tant’è che le uso e le propongo tutt’ora costantemente, ma so che sono cose che ho attirato nella mia vita ed esperienza solo perché dentro avevo preso la decisone di cambiare qualcosa.
I pensieri sono energia, oggi lo dimostra anche la fisica quantistica. Anche le emozioni sono energia. Quando abbiniamo entrambi in chiave positiva, felice, scateniamo una forza meravigliosa che ci aiuta a realizzare ciò che siamo.
È un concetto che riporta ad un buon uso della famosa legge di attrazione (argomento sul quale si potrebbe scrivere ancora tanto oltre alle decine di libri già pubblicati).
Ecco perché si dice che il mondo sia uno specchio. Se quello che state vivendo (o una parte) non vi piace, sappiate che ha origine dentro di voi, sempre, attraverso pensieri negativi abbinati a emozioni precise (paura, rabbia, tristezza…).
È qui che si può e si è liberi di intervenire, mettendo e vedendo l’amore laddove percepite che manca. Focalizzatevi sul bello che già esiste nella vostra vita, chiedete a chi vi ama che cosa pensa di voi.
Vi scioglierete in un fiume di lacrime che vi puliranno gli occhi e lo spirito e vi daranno modo di vedere quanta magia avete dentro. Dopotutto, se lo vedono gli altri, forse stavate solo guardando da un’altra parte.
Un’ultima cosa. Se ancora avete particolari difficoltà, ricordatevi che il mondo è invaso di maestri della felicità: i bambini.
Osservateli e lasciate che vi portino nuovamente in quella dimensione che avete dimenticato. Non è questione di genetica o di formaementis.
I bambini, prima di “imparare le regole”, vivono l’amore incondizionato. Noi siamo stati bambini…e dentro abbiamo un bambino interiore che chiede udienza.
Ascoltatelo. Potrebbe salvarvi la vita.
A presto e grazie per aver letto fin qui.
Raffaele
Ps: parlando di felicità vi segnalo i libri
– “Essere felici ORA!” di Franco Bianchi, ed. Tecniche Nuove,
– “Sulla strada giusta” di Francesco Grandis
Buona lettura!
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Grazie!
Grazie Emanuela, felice che ti sia piaciuto!
Grazie Raffaele!
É molto bello!!!
Innanzitutto grazie a te e sono felice di averti aiutato… senza saperlo 🙂
Ieri sera ho scritto sulla pagina di “gli adulti indaco” ed ero molto triste e demoralizzata. Grazie alle tue parole penso che potrò “lavorare” su me stessa per crearmi amore e darlo agli altri. Mi piace come scrivi. Grazie ancora.
Grazie a te Daniela per aver condiviso questo bel pensiero! È proprio come dici, bisogna solo imparare a chiedere e l’universo risponde sempre.
Grazie infinite perché mi hai dato l’opportunità di aiutare una persona speciale per me che sta attraversando un periodo molto difficile di confusione e paure…e se chiediamo con amore ho capito che l’universo tutto ci dona…..
Grazie a te Luciana! Felice che ti sia piaciuto 🙂
molto bello e molto vero!! grazie!